Chi lo ha detto che un vino si può solo bere? Il vino ha una sua storia, quindi si può ascoltare, osservare, respirare. Ci può far fare un viaggio attraverso la passione di chi lo ha creato, portando a frutto un lavoro fatto di sacrificio, professionalità, conoscenza e tradizione.
Michele Palamà ci racconta oggi il Metiusco rosato. In un periodo in cui uscire non è permesso, si può comunque brindare alla speranza. E imparare qualcosa in più.
METIUSCO, COME ABBINARLO IN TAVOLA
Per esaltare al meglio i piatti che portate in tavola e allo stesso tempo sentire pienamente in bocca il carattere del nostro Metiusco, fate gli abbinamenti giusti.
Oggi ce ne consiglia qualcuno Giovanni Masciullo di L’Osteria VinidiVini (Cutrofiano, LE):
“Con il Metiusco bianco si sposa alla perfezione un coniglio alla cacciatora con lampascioni, olive leccine e capperi.
Al Metiusco rosè abbinerei ”mugnuli” (puntarelle di cavolo) con sagne fatte in casa con farina di grano, aglio, olio, pepereocino, alici sott’olio e una punta di pecorino grattugiato.
Con il Metiusco rosso andiamo poi con qualcosa di intenso come un cosciotto di agnello da latte al forno all’aglio, pepe e rosmarino, con contorno di patate novelle al burro”.